Nessun responsabile per la morte di Giulia a Tortoreto. La Procura chiede l’archiviazione
TERAMO, 13 marzo – E’ con una richiesta di archiviazione del fascicolo per istigazione al suicidio, e quindi della posizione delle tre persone indagate, che la Procura di Teramo chiude un anno e mezzo di indagini per la morte di Giulia Di Sabatino, la ragazza di 19 anni di Tortoreto i cui resti furono rinvenuti il 1 settembre del 2015 sotto un cavalcavia lungo la A/14.
In questi mesi investigatori ed inquirenti hanno scandagliato senza sosta ogni aspetto della vita di Giulia, indagando tra le sue amicizie, le sue frequentazioni. Mesi in cui i genitori, che non hanno mai creduto all’ipotesi del suicidio, hanno continuato a lanciare appelli su giornali e tv, chiedendo a chiunque fosse entrato in contatto con la ragazza di farsi vivo. Ma dalle indagini non sarebbero emerse i responsabilità né a carico dei tre indagati né a carico di altre persone. Giulia, dunque, si sarebbe suicidata.
Adesso a decidere se archiviare o meno il fascicolo sarà il gip, con il legale della famiglia di Giulia, l’avvocato Antonio Di Gaspare, che annuncia fin da ora l’opposizione all’archiviazione.
“La richiesta di archiviazione mi è stata notificata oggi. Faremo sicuramente opposizioni all’archiviazione – sottolinea il legale – Ci sono tante contraddizioni, tante cose che non sapevamo. E riteniamo che ci siano tutti gli elementi quanto meno per proseguire le indagini”.
Il cadavere di Giulia, straziato dalle auto, fu rinvenuto il 1 settembre del 2015 sotto un cavalcavia lungo la A/14. Cavalcavia dal quale la ragazza si sarebbe buttata alle prime luci dell’alba, nello stesso giorno in cui avrebbe compiuto 19 anni. La Procura, subito dopo il rinvenimento dei resti della giovane, aprì un fascicolo per istigazione al suicidio con l’iscrizione, nel registro degli indagati, sia di un 41enne che quella notte diede a Giulia un passaggio con lo scooter, sia di un 25enne che, alla guida di una Panda Rossa, la accompagnò sul cavalcavia dopo aver avuto con lei un rapporto sessuale con lei. Venticinquenne che ha sempre sostenuto di aver conosciuto la ragazza proprio quella sera.
Due nomi ai quali successivamente gli inquirenti avevano aggiunto quello di una terza persona: lo stesso uomo già indagato per pedopornografia dalla procura distrettuale dell’Aquila, dopo che gli accertamenti condotti sul telefono di Giulia nell’ambito delle indagini della Procura di Teramo avevano accertato la presenza sul cellulare della ragazza di foto osè. Foto che secondo gli accertamenti erano partite proprio dal telefono dell’uomo.
Adesso, a distanza di un anno e mezzo dalla morte della ragazza, i pm Davide Rosati ed Enrica Medori, co-titolari del fascicolo, hanno chiesto l’archiviazione per tutti e tre gli indagati.
Resta ancora aperta, invece, per il momento, l’indagine per pedopornografia aperta dalla distrettuale dell’Aquila.