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Pescara, tentata concussione: una condanna e un patteggiamento. A giudizio ex sindaco Brittoli

Pescara, tentata concussione: una condanna e un patteggiamento. A giudizio ex sindaco Brittoli

PESCARA, 29 novembre – Un anno e 4 mesi per Giuseppe Marrone, 72 anni e Antonio Falone, 52 anni, rispettivamente titolare e dipendente di una ditta edile nell’area vestina, accusati di tentata concussione. Il primo ha patteggiato, mentre il secondo è stato giudicato con rito abbreviato dal gup del tribunale di Pescara Nicola Colantonio. Nell’ambito dello stesso procedimento è stato rinviato a giudizio, per intralcio alla giustizia, l’ex sindaco di Brittoli Claudio Di Paolo, 56 anni.

   La vicenda, risalente al 2014, è un appendice del processo penale in corso, davanti al tribunale monocratico di Pescara, a carico dello stesso Di Paolo, per appropriazione indebita di circa 4 milioni di euro, affidatigli dall’emigrante italo-canadese Franco Silvestri, per realizzare una serie di investimenti nel settore delle costruzioni attraverso l’azienda di famiglia Costruzioni Trulli.

   A margine di questo procedimento Di Paolo avrebbe invitato Marrone, che è testimone nel processo a carico dell’ex sindaco e titolare di una ditta edile che vantava ingenti crediti nei confronti della Trulli Costruzioni, a mutare la propria versione accusatoria, rendendola favorevole all’imputato.

In cambio Di Paolo, vantando “influenze sui titolari della Costruzioni Trulli – si legge nel capo d’imputazione – derivanti anche dai suoi pluriennali rapporti personali e di affari con i predetti, avrebbe determinato l’immediato pagamento e incasso delle somme di danaro ancora dovute”.

   In aula è emerso che Marrone avrebbe esercitato pressioni su Di Paolo per riavere i suoi crediti. Lo stesso Marrone, “abusando della sua qualità di testimone”, avrebbe conferito “apposito incarico” al suo dipendente Falone “di presentare le proprie richieste patrimoniali estorsive”. Falone si sarebbe presentato presso il bar gestito da Di Paolo e “mediante violenze e minacce”, si legge ancora nel capo di imputazione, avrebbe chiesto all’ex sindaco, per conto di Marrone, 50mila euro in denaro contante, in cambio della disponibilità del testimone a mutare la propria versione accusatoria.

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