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Santa Croce fa opposizione al provvedimento della Regione: “Sequestro illegittimo”

Santa Croce fa opposizione al provvedimento della Regione: “Sequestro illegittimo”

AVEZZANO, 17 novembre – La società Santa Croce ha presentato opposizione al sequestro amministrativo preventivo di circa 8 milioni di litri di acqua minerale imbottigliati nello stabilimento di Canistro messo in atto dalla Regione Abruzzo.

“Gli avvocati ed i tecnici – fa sapere la società – hanno inviato un dettagliato ricorso nel quale formulano le controdeduzioni al sequestro attuato alla presenza delle forze dell’ordine, il 9 e 10 novembre scorsi dai funzionari del competente ufficio della Regione, in seguito all’intervento nello spazio produttivo nel corso del blocco dei cancelli nell’ambito dello sciopero dei lavoratori”.

Ora la Regione ha 10 giorni di tempo per l’esame dell’opposizione e per le decisioni conseguenti al sequestro per presunte violazioni relative alla captazione dell’acqua senza concessione. L’azienda ha chiesto il dissequestro.

Spiega uno dei legali della società Giulio Mastroianni:

I funzionari regionali forzando le serrature delle porte per entrare nello stabilimento di proprietà della Santa Croce, hanno largamente superato i poteri loro attribuiti dalla legge ed attuato una autentica perquisizione, attività quest’ultima – continua l’avvocato – riservata unicamente agli ufficiali ed agenti di Polizia Giudiziaria come sancisce il codice di procedura penale”.

Per quanto riguarda la captazione delle acque senza concessione la società attraverso l’avvocato Mastroianni la Santa Croce spiega:

“L’azienda risponde che era nel pieno diritto di prosecuzione in continuità sino al reperimento di un nuovo concessionario e, quindi, non ci sono stati illeciti. Comunque, abbiamo sottolineato con forza l’atteggiamento ondivago della Regione sull’autorizzazione a captare acqua: negli ultimi dieci mesi, infatti, la stessa Regione da un lato ha emesso provvedimenti solo formali di divieto di captazione, non chiudendo mai la saracinesca posta all’interno del perimetro concessorio, pur avendone il potere; dall’altro, nei tavoli sindacali tenutisi alla sua presenza per i rinnovi della cassa integrazione, ha consentito ed avallato la prosecuzione dell’attività della società ben conscia che questo avrebbe garantito la tutela dei posti di lavoro”.

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