L'Aquila
Stai leggendo
Santa Croce, la Finanza sequestra 20 milioni a Colella per evasione fiscale

Santa Croce, la Finanza sequestra 20 milioni a Colella per evasione fiscale

L’AQUILA, 21 febbraio – Venti milioni di euro di beni: a tanto ammonta la misura cautelare applicata sui beni di Camillo Colella, legale rappresentante della società che detiene il marchio acqua Santa Croce, ed eseguita oggi dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila.

E’ l’effetto del ripristino di una misura, che in precedenza era stata emessa per tredici milioni di euro, richiesta dalla Procura della Repubblica di Avezzano e che, il 23 novembre, era stata revocata dal Tribunale del Riesame per vizi procedurali sollevati dalla difesa di Colella.

Ora, in accoglimento dell’appello presentato dalla Procura avezzanese, è stato nuovamente applicato il provvedimento e l’importo è stato cautelativamente aumentato per ricomprendere sanzioni e interessi nel frattempo maturati.

Nell’autunno scorso, nel corso di un’indagine, la Finanza aveva accertato l’evasione di un importo di circa nove milioni di euro, sottratti a Iva e imposta sui redditi e denunciato Colella alla Procura.

Poi l’indagine è stata estesa a tutte le posizioni della società nei confronti del fisco, anche alla luce dell’attività ispettiva effettuata dalla Agenzia delle entrate, e così si era arrivati a un calcolo complessivo di tredici milioni.

Secondo la Finanza Colella aveva messo in atto:

“Operazioni dissimulatorie, attentamente pianificate e puntualmente realizzate con il fine di rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva promosse da Equitalia. Consistevano principalmente nell’effettuazione di finanziamenti infragruppo infruttiferi per importi considerevoli”.

LA RISPOSTA DI CAMILLO COLELLA

“Ho ereditato debiti e tasse non pagate dalla vecchia gestione dello stabilimento dell’Acqua Santa Croce a Canistro (L’Aquila), questa è una vicenda che nasce dalla dichiarazione Iva relativa al 2007, quando il proprietario era Faroni, fatta dal sottoscritto, diventato nuovo proprietario nel 2008.
Abbiamo fatto la dichiarazione Iva ma non abbiamo versato in una unica soluzione optando per la rateizzazione che è stata avviata”.

Così il patron della Santa Croce S.p.A. Camillo Colella, in merito al sequestro preventivo di circa 20 milioni di euro eseguito stamani dalla Guardia di Finanza dell’Aquila su disposizione del Tribunale del capoluogo per il mancato versamento di importi Iva e delle imposte sui redditi.

“Attualmente è in corso anche l’iter per la rottamazione delle cartelle – continua Colella – Inoltre buona parte della somma è oggetto di contenzioso di fronte alla Commissione tributaria. Il sequestro era stato emesso lo scorso anno poi annullato dal Riesame. È garantito dai beni del sottoscritto e non dalle risorse societarie come invece previsto in quello dello scorso anno annullato dal Riesame. Ora è stato riemesso: si tratta di un sequestro preventivo che garantisce in via provvisoria l’erario fino a quando non si estingue il debito. A quel punto verrà meno anche la responsabilità penale”.

Colella conclude poi:

 “Detto questo voglio sottolineare che la società è solida, tranquilla, operante e solvibile. Alla luce di tutto ciò continueremo la battaglia per vedere riconosciuti i nostri diritti rispetto a quanto stiamo subendo dalla Regione Abruzzo che ci ha messo illegittimamente i sigilli impedendoci anche di operare con la sorgente Fiuggino”.

Mi sento...
Felice
0%
Orgoglioso
0%
Euforico
0%
Ok
0%
Triste
0%
Arrabbiato
0%