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Sant’Omero, morì dopo essere stato dimesso dall’ospedale: a processo due medici del Val Vibrata

Sant’Omero, morì dopo essere stato dimesso dall’ospedale: a processo due medici del Val Vibrata

TERAMO, 8 novembre – A due anni e mezzo dalla morte di Lorenzo Panichi, il quattordicenne deceduto ad aprile del 2015 all’ospedale di Giulianova, dove era stato portato in condizioni disperate dopo essere stato dimesso dal presidio di S.Omero, il gup del Tribunale di Teramo Giovanni De Rensis ha rinviato a giudizio, questa mattina,  per omicidio colposo, due medici dell’ospedale Val Vibrata. Si tratta del medico di pronto soccorso Angelo Flavio Mucciconi, che visitò il ragazzino, e della radiologa Mariantonia Di Giandomenico, che si occupò del relativo referto, entrambi accusati di non aver eseguito un corretto monitoraggio e un’adeguata valutazione del quadro clinico presentato dal quattordicenne, a cui fu diagnosticata una polmonite mentre era in corso una dissezione aortica.

Il processo a carico dei due imputati, difesi dagli avvocati Fabrizio Acronzio e Gianfranco Iadecola, si aprirà il prossimo 6 febbraio. La famiglia del 14enne, che si è costituita parte civile, è rappresentata dagli avvocati Paolo Foresta (che rappresenta la mamma), Aldo Ambrogi (in rappresentanza del papà) e Pietro Davide Sarti (per il fratellino di Lorenzo).

Il rinvio a giudizio dei due medici mette un primo punto fermo nell’inchiesta aperta dalla Procura di Teramo dopo la morte del 14enne, inchiesta che inizialmente portò all’iscrizione nel registro degli indagati di tre medici (i due di S.Omero e uno di Giulianova) e all’affidamento di una perizia al professor Bruno Turinetto e alla dottoressa Donatella Fedeli per chiarire le cause del decesso.

Perizia che escluse ogni responsabilità sia a carico dell’equipe del 118 che dei medici del presidio ospedaliero di Giulianova, che avrebbero preso in carico il ragazzo quando ormai le sue condizioni erano irreversibili. Al contrario, per i periti,  forti responsabilità sarebbero emerse proprio a carico dei medici di S.Omero.

Secondo la consulenza del professor Turinetto e della dottoressa Fedeli, infatti, in presenza di un corretto iter diagnostico la rottura dell’aorta così come avvenuta non si sarebbe quasi certamente verificata e il ragazzo si sarebbe molto probabilmente salvato.

Una situazione a fronte della quale, sempre secondo la relazione peritale, il medico del pronto soccorso di S.Omero che prese in carico il ragazzo avrebbe sottovalutato sia la sintomatologia riferita sia le risultanze radiologiche, imputandoli a una presunta polmonite (che sempre secondo i periti sarebbe una patologia incompatibile con quegli aspetti clinici), senza valutare la possibile natura cardiovascolare e non rispettando così le linee guida relative alla diagnosi differenziale.

Per quanto riguarda invece la radiologa, sempre secondo la perizia, avrebbe male interpretato il radiogramma, formulando così un referto incompleto. Aspetti che avevano portano i periti della Procura ad evidenziare la sussistenza del nesso di causalità materiale tra il presunto errore diagnostico dei medici di S.Omero e la dissezione dell’aorta e che hanno  portato la Procura a firmare la richiesta di rinvio a giudizio per i due medici del nosocomio di S.Omero e la richiesta di archiviazione per il medico di Giulianova.

 

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