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Sant’Omero, morì dopo essere stato dimesso dall’ospedale: al via il processo a Teramo

Sant’Omero, morì dopo essere stato dimesso dall’ospedale: al via il processo a Teramo

SANT’OMERO, 6 febbraio – A due anni e mezzo dalla morte di Lorenzo Panichi, il quattordicenne deceduto ad aprile del 2015 all’ospedale di Giulianova, dove era stato portato in condizioni disperate dopo essere stato dimesso dal presidio di S.Omero, questa mattina a Teramo si è aperto il processo ai due medici dell’ospedale Val Vibrata che devono rispondere di omicidio colposo: il medico di pronto soccorso Angelo Flavio Mucciconi, che visitò il ragazzino, e la radiologa Mariantonia Di Giandomenico, che si occupò del relativo referto, entrambi accusati di non aver eseguito un corretto monitoraggio e un’adeguata valutazione del quadro clinico presentato dal quattordicenne, a cui fu diagnosticata una polmonite mentre era in corso una dissezione aortica.

Il processo, nel quale la famiglia si era già costituita parte civile (assistita dagli avvocati Paolo Foresta, Aldo Ambrogi e Piero Davide Sarti), dopo l’ammissione dei mezzi di prova è stato rinviato al prossimo 21 maggio quando saranno ascoltati i primi testi.

I due medici sono finiti a processo sulla scorta di una perizia affidata dalla Procura all’indomani dell’autopsia e redatta dal professor Bruno Turinetto e dalla dottoressa Donatella Fedeli, perizia che aveva escluso ogni responsabilità sia a carico dell’equipe del 118 che dei medici del presidio ospedaliero di Giulianova, che avrebbero preso in carico il ragazzo quando ormai le sue condizioni erano irreversibili, individuando al contrario  forti responsabilità a carico dei medici di S.Omero.

Secondo la consulenza del professor Turinetto e della dottoressa Fedeli, infatti, in presenza di un corretto iter diagnostico la rottura dell’aorta così come avvenuta non si sarebbe quasi certamente verificata e il ragazzo si sarebbe molto probabilmente salvato.

Una situazione a fronte della quale, sempre secondo la relazione peritale, il medico del pronto soccorso di S.Omero che prese in carico il ragazzo avrebbe sottovalutato sia la sintomatologia riferita sia le risultanze radiologiche, imputandoli a una presunta polmonite (che sempre secondo i periti sarebbe una patologia incompatibile con quegli aspetti clinici), senza valutare la possibile natura cardiovascolare e non rispettando così le linee guida relative alla diagnosi differenziale.

Per quanto riguarda invece la radiologa, sempre secondo la perizia, avrebbe male interpretato il radiogramma, formulando così un referto incompleto. Aspetti che avevano portano i periti della Procura ad evidenziare la sussistenza del nesso di causalità materiale tra il presunto errore diagnostico dei medici di S.Omero e la dissezione dell’aorta e che avevano portato il pm titolare del fascicolo a chiedere ed ottenere il rinvio a giudizio per i due medici.

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