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Furti e ricettazione di rame tra Pescara e L’Aquila, sgominata la banda /FOTO-VIDEO

Furti e ricettazione di rame tra Pescara e L’Aquila, sgominata la banda /FOTO-VIDEO

PESCARA, 5  aprile – Sei ordinanze di custodia cautelare. Sono quelle che stanno eseguendo, dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Pescara nei confronti di cinque romeni e un italiano, indagati per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e alla ricettazione di rame nelle province di Pescara e L’Aquila.

— AGGIORNAMENTO —

In carcere sono finiti due romeni residenti a Vasto, Paun Ciprian, 31 anni, e Marian Sile Comardici, 30 anni. Agli arresti domiciliari, invece, è finito il ricettatore, Gianni D’Alessandro, 50enne di Spoltore. Sono in corso invece le ricerche degli altri tre romeni componenti della banda.

Le indagini hanno preso il via a giugno del 2016, dopo che, nel corso di una perquisizione, tre romeni fermati in via Raiale, nei pressi dell’ex cementificio di Pescara, erano stati trovati in possesso arnesi atti allo scasso. I Carabinieri della Compagnia di Pescara – hanno spiegato il maggiore Claudio Scarponi e il tenente Antonio Di Dalmazi – hanno avviato una complessa attività investigativa, andata avanti per circa tre mesi e condotta con l’ausilio d’intercettazioni telefoniche e video-ambientali, nonché con numerosi servizi di pedinamento.

I militari hanno accertato l’esistenza di un’associazione criminale dedita alla commissione di furti consumati in aziende delle province di Pescara, come nel caso dell’ex cementificio, e l’Aquila, in un caso a Celano. Il materiale rubato veniva poi ricettato da Gianni D’Alessandro, titolare della ditta di smaltimento rifiuti non ancora ufficialmente attiva con sede a Miglianico. L’uomo si faceva consegnare cavi elettrici, quasi sempre già sguainati, che pagava in contanti direttamente alla banda.

Singolare il modus operandi. I malviventi giungevano in tarda serata nei pressi dell’ex cementificio; l’autista, una volta scaricati i complici, rimaneva in attesa fungendo da palo ed avvisando i complici, che nel frattempo erano intenti a tagliare e sguainare i cavi di rame dall’impianto elettrico, in caso il vigilante di turno entrasse per effettuare un controllo. Una volta asportati, i cavi venivano nascosti nell’area retrostante lo stabile, tra le sterpaglie, per poi essere recuperati in un secondo tempo. Solo la mattina successiva recuperavano il rame, portandolo al capannone del ricettatore.

Monitorati gli spostamenti della banda e individuato il luogo della ricettazione, i Carabinieri, grazie all’installazione di una telecamera, sono riusciti a documentare lo scarico della refurtiva consegnata con estrema puntualità. Quasi inesistenti i contatti telefonici tra i romeni ed il ricettatore, che avevano ideato un sistema talmente collaudato da evitare qualsiasi tipo di comunicazione.

Le incursioni al cementificio sono durate qualche settimana fino a quando i Carabinieri, accertato nel dettaglio il modus operandi, hanno deciso di intervenire. La notte del 19 settembre 2016, un equipaggio in borghese ha seguito a distanza l’auto con i cinque a bordo. I malviventi, mentre stavano caricando il rame in auto, sono stati bloccati dai militari della Compagnia di Pescara. Ingente il bottino del furto: 47 matasse di rame per un peso complessivo di 560 kg e per un valore di mercato di circa 4000 euro.

Ancora maggiore il valore complessivo di quanto recuperato: 2 tonnellate di rame per un valore di circa 16.000 euro.

Sono in corso le ricerche di 3 romeni destinatari della misura cautelare al momento irreperibili.

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