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Teramo, ammanchi all’area di servizio “Terrabianca” sulla Teramo mare: ex responsabile a processo

Teramo, ammanchi all’area di servizio “Terrabianca” sulla Teramo mare: ex responsabile a processo

TERAMO, 3 dicembre – In qualità di responsabile dell’area di servizio Terrabianca, del gruppo Sarni, si sarebbe appropriato indebitamente di circa 32mila euro di incassi. Un’accusa che è costata a Rocco Blasioli, 30 anni, di Pescara, il processo per appropriazione indebita. Processo che questa mattina ha visto sfilare davanti al giudice Massimo Biscardi i primi testi dell’accusa, tra cui il legale rappresentate pro-tempore della società Maglione Srl, proprietaria dell’esercizio commerciale, Antony Sarni,  ed alcuni ex dipendenti dell’area di servizio.

Nel corso dell’udienza i testimoni hanno ripercorso quanto accaduto ad agosto del 2016, quando in seguito ad un ammanco di 900 euro dalla cassa fu chiamata la proprietà, con i Sarni che arrivati sul posto, nel corso dei controlli, avrebbero verificato come dagli incassi del mese mancassero ben 32mila euro.

Tra i testimoni ad essere ascoltata anche una ex dipendente che aveva lavorato nell’area di servizio dal 2012 fino al maggio di quest’anno, e che ha ricordato come fosse stata lei, a seguito di un ammanco di 900 euro registrato durante un turno in cui come responsabile della cassa figurava il nome della figlia, a chiamare l’azienda.

“Non avevamo un cassiere e quindi tutti lavoravano alla cassa, anche se ad esserne responsabile era la persona il cui nome risultava alla cassa in quel determinato turno – ha spiegato la donna – quando Rocco mi ha detto che mancavano 900 euro e mi ha detto di chiamare mia figlia per vedere dove fossero andati a finire io, come dipendente e come mamma, ho preferito chiamare l’azienda”.

E così il giorno dopo la telefonata i responsabili del gruppo Sarni si sarebbero presentati in azienda per i controlli del caso, ascoltato la donna e affrontato la questione dell’ammanco dei 900 euro. Soldi che, ha raccontato oggi la donna in aula, la figlia avrebbe risarcito in quanto responsabile della cassa per il turno “incriminato”.  La stessa donna ha raccontato come quella non fosse la prima volta che mancavano delle somme, in genere piccole, ma come ogni volta la questione veniva risolta facendo rifondere i soldi che mancavano al dipendente il cui nome risultava in cassa. Ma quel giorno, durante i controlli effettuati all’arrivo dei Sarni, sarebbe emerso come dagli incassi mancassero somme di gran lunga maggiori.

“Quello stesso pomeriggio, dopo essere tornata a casa, sono stata richiamata per tornare all’area di servizio – ha continuato la donna – mi sembra proprio da parte di Rocco. C’erano tutti, anche i Sarni. Ho trovato Blasioli a piangere che mi ha detto che l’avevano licenziato. Poi mi hanno chiamata i signori Sarni e mi hanno detto dell’ammanco di 32mila euro, gli incassi dal primo alla metà di agosto. Io ho confermato che quegli incassi li avevo visti. Rocco li preparava, faceva i conteggi e sapevo che li portava in sede a Chieti”.

Rispondendo alle domande di pm e difesa la donna ha dichiarato come fino a quel momento non vi fossero mai stati problemi tra Blasioli e i Sarni e come i rapporti di lavoro tra il giovane e i proprietari dell’area di servizio fossero sempre stati buoni.

Dopo l’audizione dei testi il processo è stato rinviato a maggio per ascoltare altri testimoni.

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