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Teramo, l’amarezza di Morra: “Credo di aver fatto un miracolo” e attacca chi ha abbandonato

Teramo, l’amarezza di Morra: “Credo di aver fatto un miracolo” e attacca chi ha abbandonato

TERAMo, 25 giugno – La tradizionale ironia è (quasi) messa da parte. Le dichiarazioni a caldo di Giandonato Morra, il grande sconfitto nelle elezioni amministrative di Teramo, trasudano innanzitutto amarezza. E anche fastidio per quel disagio che ancora scorre all’interno della coalizine di centrodestra.

“Credo di aver fatto un miracolo – sottolinea Morra –  nel ricompattare questa coalizione. Forse senza di me neanche si sarebbero presentati. Credo che la chiusura anticipata di una legislatura sia sempre un fallimento: io che nella passata amministrazione non c’ero mi sono fatto carico anche di questo”.

L’amarezza è, innanzitutto, rivolta a chi non è andato a votare:

“Ringrazio il popolo delle ciambelle – dice Morra – chi è rimasto al mare. Evidentemente gli scarponi da montagna a Teramo li porta solo la destra”.

Un’analisi più politica, però, non può non trascurare il fenomeno Gatti: lui, Paolo Gatti, le sue elezioni le ha vinte, incassando il successo della sua lista di riferimento. Che paradossalmente è diventato il punto debole, attaccabile, di Morra nei 15 giorni di ballottaggio. Al di là dell’astensionismo, sono stati un paio di scivoloni sostanziali a risultare, forse, dirimenti in termini di scelte.

Morra non ci sta a ridurre la partita a un “referendum su Gatti”, anzi sottolinea pesantemente i danni fatti da chi ha abbandonato la barca in movimento. Uno degli obiettivi, nemmeno tanto velato, è Mauro Di Dalmazio, ma due conti con serietà e mettendo da parte le batturte, all’interno della truppa di centrodestra bisognerà pur farli.

Perché con il vento che tira perdere un comune capoluogo dopo aver segnato un bel distacco al ballottaggio, diciamocelo francamente, bello non è.

 

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