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Teramo, presunta truffa con le azioni Tercas: in aula sfilano i clienti

Teramo, presunta truffa con le azioni Tercas: in aula sfilano i clienti

TERAMO, 18 dicembre – Nuova udienza, questa mattina a Teramo, del processo sulla presunta truffa con le azioni Tercas. Azioni che, secondo l’accusa, sarebbero state vendute prospettandole ai clienti come un’operazione di  pronti contro termine.  A salire sul banco dei testimoni, questa mattina, diversi clienti che all’epoca sottoscrissero il contestato prodotto finanziario e che hanno tutti sostenuto di aver sottoscritto quei contratti nella convinzione di aver investito in un prodotto a basso rischio e con rendimento garantito.

“Mi chiamò Sciarretta (ndr: all’epoca vice direttore della filiale di Campli) e mi parlò di un investimento sicuro, con scadenza annuale e con un tasso di interesse pre determinato – ha detto in aula uno dei clienti che all’epoca comprò le azioni insieme alla moglie –  Andai in filiale, firmai i fogli e riportai a mia moglie i fogli da farle firmare, visto che il conto era cointestato”.

Il teste ha sottolineato come avesse più volte ribadito di non voler effettuare investimenti rischiosi e come, nel momento in cui cominciarono a diffondersi voci su un possibile commissariamento, si fosse recato in banca preoccupato.

“Mi tranquillizzò e io mi fidai – ha continuato – c’era quasi un rapporto di amicizia. Poi pochi giorni prima della scadenza del contratto mi chiamò la direttrice e mi disse che dovevo andare in banca e che c’erano dei problemi con quelle azioni. Io caddi dalle nuvole, le dissi che non avevo mai comperato delle azioni e dissi che sarei andato in filiale con i Carabinieri”.

Nella sua testimonianza in aula l’uomo ha raccontato di come qualche giorno dopo si fosse recato in filiale insieme alla moglie e di come avessero cercato tutti di tranquillizzarlo. Rassicurazioni che però non ebbero effetto tanto che la coppia, dopo essersi rivolta ad un legale, decise di sporgere denuncia.

“Noi investimmo 224 mila euro – ha raccontato ancora l’uomo – dopo l’accordo con Banca Popolare di Bari (ndr che successivamente aveva acquisito Tercas) ne abbiamo ripresi 170mila”.

Tra i testi ascoltati anche un’altra coppia che aveva il conto sempre alla Tercas e che ha sostenuto di aver acquistato le azioni senza rendersi conto che si trattasse di quel tipo di prodotto. Marito e moglie hanno infatti dichiarato di aver creduto di acquistare un prodotto a basso rischio, con la donna che, su domanda del pm, ha detto di non aver mai risposto alle domande relative al questionario Mifid. E questo nonostante abbia riconosciuto la sua firma sotto il relativo documento.

“Quando firmammo il contratto eravamo io, mio marito e la direttrice – ha raccontato una signora, che all’epoca aveva il conto insieme al marito in una delle filiali Tercas  – Non mi fu fatta nessuna domanda, e non sarei stata in grado di capire in quanto in banca accreditavo lo stipendio ma non andavo mai e non avevo conoscenze in merito. Quando la direttrice ci disse che  era una cosa sicura io mi fidai”.

Tra i testi anche un medico oggi in pensione, che pur ammettendo di aver fatto in passato operazioni finanziarie relative all’acquisto di azioni, comprate attraverso l’internet banking, ha sostenuto che all’epoca, quando sottoscrisse l’acquisto di azioni proprie della Tercas, era convinto di sottoscrivere un pronto contro termine.

A processo, davanti al giudice Flavio Conciatori, oltre all’ex dg Antonio Di Matteo, all’ex responsabile pro-tempore dell’area finanza della Tercas Lucio Pensilli e all’allora responsabile pro-tempore dell’area commerciale Alessio Trivelli, ci sono per questa vicenda altre 25 persone tra dirigenti, direttori di filiali e semplici impiegati, tutti accusati di truffa in concorso: Piero Lattanzi, Franco Maiorani, Fabrizio Di Bonaventura, Maria Gabriella Calista, Maria Lucia De Laurentiis, Silvana De Sanctis, Rosanna Arcieri, Christian Torreggianti, Carlo Pavone, Giancarlo Stacchiotti, Franca Marozzi, Marco Nardinocchi, Pietro Sciaretta, Nicola Celli,Monica Di Luciano, Elena Malatesta, Valentina Angelozzi, Luca Ettorre, Rosanna Rastelli, Maria Carmela Valentini, Danilo Ranalli, Marinella Petrini, Luisa Maria Ferri, Lidia Mazzocchitti, Enrico Robuffo.

Imputati ai quali l’accusa contesta di aver venduto delle azioni facendole passare invece per cosiddetti ‘pronti contro termine’, investimenti ad un anno con un rendimento garantito.

I fatti contestati ai 28 imputati imputati risalgono al 2011, con l’inchiesta partita dalle denunce di alcuni risparmiatori. Inizialmente tra gli indagati figurava anche l’ex presidente Tercas Lino Nisii, la cui posizione era stata successivamente stralciata ed archiviata insieme a quella di altri tre dirigenti.

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