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Teramo, residenze fittizie per la cittadinanza: dieci divieti di dimora in 4 comuni della provincia

Teramo, residenze fittizie per la cittadinanza: dieci divieti di dimora in 4 comuni della provincia

TERAMO, 17 luglio  – E’ nel numero di cittadini brasiliani, circa 500-600, giunti in questi anni in provincia di Teramo con tanto di relativa richiesta di cittadinanza per naturalizzazione, vantando un avo italiano, e nel numero degli indagati, al momento 22, per abuso d’ufficio in concorso, che si snoda l’inchiesta della Procura di Teramo sulle residenze “facili” per l’ottenimento della cittadinanza. Inchiesta che ha portato, nelle ultime ore, alla notifica di 10 ordinanze cautelari di divieto di dimora in provincia di Teramo, eseguite dalla squadra mobile nei confronti di altrettanti titolari di agenzie di intermediazione e alle quali si aggiungono  12 richieste di misure interdittive per vigili e ufficiali di stato civile sulle quali adesso dovrà esprimersi il gip dopo il relativo interrogatorio.

Ad essere interessati dall’operazione “Cidadania” (che in portoghese vuol dire cittadinanza)  i comuni di Pineto, Roseto, Notaresco e Castellalto, con le indagini che hanno portato all’emissione delle misure odierne illustrate in un’apposita conferenza stampa dal procuratore Antonio Guerriero. Procuratore che ha sottolineato come l’inchiesta abbia fatto emergere un allarmante scenario relativo ai rapporti tra le agenzie di intermediazione, gli ufficiali di stato civile dei comuni interessati e gli stessi vigili urbani.

“Si tratta di un’indagine destinata ad avere un importante rilievo sul piano nazionale, in quanto si tratta di un fenomeno riprodotto anche altrove – ha detto il Procuratore – Le indagini sono ancora in corso per verificare ulteriori eventuali ramificazioni e approfondire il ruolo di queste agenzie di intermediazione”.

A far scattare le indagini, circa due anni fa, l’altissimo numero di richieste di passaporto italiano presentate in Questura di cittadini brasiliani che avevano ottenuto la cittadinanza nei 4 comuni incriminati, con le indagini che avrebbero permesso di accertare come la maggioranza dei brasiliani che avrebbe ottenuto le relative certificazioni non avrebbe avuto alcuna dimora abituale negli appartamenti indicati, requisito necessario per perfezionare l’iter ed ottenere la cittadinanza. Al contrario, quegli appartamenti, sarebbero stati occupati solo per il tempo necessario ad ottenere l’agognato documento.

Ma non solo. Perché nel corso delle indagini gli agenti della squadra mobile avrebbero verificato, inizialmente in almeno 72 pratiche di rilascio della cittadinanza richieste tra i 2015 e il 2016 presso il Comune di Notaresco e promosse da diverse agenzie di intermediazione, l’ufficiale di stato civile, al fine di accelerare la procedura di riconoscimento, avesse attestato falsamente che la richiesta di cittadinanza era stata presentata quando i brasiliani interessati erano già in Italia. Al contrario dagli accertamenti sarebbe emerso come quelle pratiche fossero state avviate quando i richiedenti erano ancora nel loro paese di origine.

Inoltre, in molte delle pratiche incriminate, sempre secondo investigatori ed inquirenti, lo stesso responsabile del Comune avrebbe attestato falsamente, nell’atto di concessione della cittadinanza, che si erano verificate tutte le condizioni necessarie, mentre in realtà non era ancora stata effettuata la verifica della residenza abituale dello straniero sul territorio comunale. Un’indagine che ben presto si è allargata anche in altri comuni e che ha permesso di accertare come gli stessi controlli effettuati dai vigili urbani, in molti casi, si erano limitati ad un solo sopralluogo presso l’abitazione. Abitazione dove in precedenza avevano dichiarato la residenza abituale altri brasiliani.

 

 

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