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Terremoto, a Teramo scuole chiuse fino a martedì. L’Udu chiede certezze sull’Università a L’Aquila

Terremoto, a Teramo scuole chiuse fino a martedì. L’Udu chiede certezze sull’Università a L’Aquila

TERAMO, 28 gennaio – Il report sulle verifiche post sisma nelle scuole non è ancora completo e così al termine della seduta della quarta commissione consiliare, quella sulla pubblica istruzione, il sindaco di Teramo proroga la chiusura delle scuole anche per le giornate di lunedì e martedì. Una decisione alla quale quasi sicuramente si adeguerà anche la Provincia di Teramo, con le scuole superiori che dovrebbero dunque riaprire mercoledì a meno di ulteriori proroghe.

Al momento, mentre le scuole superiori sono risultate tutte agibili, per quelle di competenza comunale i tecnici della protezione civile hanno classificato una scuola in classe E, la Risorgimento, e una in classe C, la De Jacobis. Tante  le B e qualcuna in classe A, almeno di quelle i cui risultati sono già sul tavolo del sindaco.

Sindaco che martedì sera spera di poter tirare la linea, nella speranza che prima o poi arrivi almeno una parte dei Musp richiesti.

Tra i genitori, ed anche tra molti amministratori del teramano che stanno ancora decidendo come muoversi per la riapertura delle scuole, serpeggia la paura. A Giulianova il sindaco Francesco Mastromauro questa mattina ha firmato un’ordinanza con cui proroga la chiusura della ‘Pagliaccetti’ e della scuola di Colleranesco fino a mercoledì.  Decisione motivata dalla necessità di proseguire e completare le verifiche sui due plessi relativamente alla vulnerabilità sismica.

“Sono ancora in attesa che i tecnici incaricati – dichiara il sindaco – mi facciano avere i risultati. Quando l’Ufficio tecnico mi farà avere gli esiti delle indagini di approfondimento, sarà mia premura convocare subito i dirigenti scolastici e i rappresentanti dei genitori per comunicarli”.

Ieri, intanto, a decidere per la chiusura di tutte le scuole fino a martedì compreso, era stato il sindaco di L’Aquila Massimo Cialente che per cautela, dopo la scossa di magnitudo 3.5 avvertita ieri all’Aquila e dopo le considerazioni della Commissione Grandi aveva deciso di mantenere una linea ispirata alla prudenza. Linea adottata anche dall’Università, che dopo l’ordinanza di Cialente, ha deciso di sospendere le lezioni fino a martedì. 

Sempre a L’Aquila resterà invece chiuso fino al 4 febbraio il Liceo Classico, con l’obiettivo di effettuare le prove di carico sugli elementi strutturali.

Intanto, mentre si attende che il Governo approvi il decreto per salvare l’anno scolastico in Abruzzo, in Abruzzo lo sciame sismico non accenna ad arrestarsi, con diverse scosse nella notte di cui una di magnitudo 3 a Capitignano.

Scosse che oltre alla paura alimentano anche le polemiche. Polemiche come quelle sollevate dall’Udu L’Aquila.

“Da giorni le pagine social del nostro Ateneo sono invase da richieste di delucidazioni e rassicurazioni sulla stabilità degli edifici. La nostra associazione, a valle delle scosse avvenute in ottobre e di quelle recenti, ha affrontato costantemente il tema della sicurezza e prevenzione, riproponendolo anche all’interno degli organi di Ateneo tramite diverse mozioni del Consiglio Studentesco. Abbiamo chiesto che fossero pubblicati gli esiti delle verifiche svolte, ma nessuna risposta  esauriente e chiarificatrice è stata data da parte della governance dell’Univaq che, invece, ha sempre liquidato la nostra richiesta con risposte piccate e piuttosto vaghe”.

Una richiesta, quella della pubblicazione degli esiti delle verifiche effettuati, che l’associazione torna a chiedere anche alla luce dello sciame sismico che sta interessando l’area di Coppito e Pettino. Questo in attesa, ovviamente, di avere i valori di vulnerabilità sismica e il fascicolo degli edifici.

“Finalmente, dopo lo scorso Cda, si è iniziato a parlare di vulnerabilità sismica e riteniamo sia una saggia scelta quella del fascicolo del fabbricato, ma le verifiche di vulnerabilità dovevano essere effettuate per legge entro il 31 marzo 2013. Siamo nel 2017, le sollecitazioni del delegato di Ateneo per la Prevenzione e Protezione sono state ignorate e solo a seguito delle ultime scosse l’Università si è attivata. A livello di Ateneo i coefficienti di vulnerabilità sono attualmente ignoti e passerà ancora del tempo prima che vengano effettuate tutte le indagini. Forse l’Università, in merito alla vulnerabilità, avrebbe dovuto porre maggiore attenzione, ma ora non si possono più commettere errori. È fondamentale che si proceda subito con le analisi e che, qualora i valori di vulnerabilità risultino bassi, si adeguino gli edifici per garantire una maggiore sicurezza”.

L’Udu sottolinea inoltre come sono anni ormai che chiede invano l’effettuazione di costanti prove di evacuazione, “al fine di avere studenti, personale e docenti pronti a gestire situazioni che nei nostri territori dovrebbero essere di normalità e non di emergenza“.

“Nel 2014 ci venne risposto che ne sarebbero state programmate 2 al mese – conclude l’Udu – ma ad oggi è difficile trovare studenti che ne abbiano fatta più di una in tutta la loro carriera universitaria”

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