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Università d’Annunzio di Chieti-Pescara condannata a pagare le indennità mensili a 170 dipendenti

Università d’Annunzio di Chieti-Pescara condannata a pagare le indennità mensili a 170 dipendenti

CHIETI, 25 maggio 2017 – L’università d’Annunzio di Chieti-Pescara è stata condannata a pagare a 170 dipendenti tecnico amministrativi l’indennità mensile accessoria a far data dal primo agosto del 2014. La sentenza è stata emessa dal giudice del lavoro del tribunale di Chieti, Ilaria Prozzo. I lavoratori, assistiti dall’avvocato Leo Brocchi, avevano presentato ricorso contro la decisione dell’ateneo di sospendere l’erogazione delle indennità.

Il pagamento dell’Ima venne infatti sospeso nell’estate di tre anni fa, con la d’Annunzio che aveva motivato la decisione alla luce della mancata certificazione da parte del collegio dei revisori dei conti del fondo destinato al trattamento accessorio e dei rilievi mossi dal ministero dell’Economia.

In applicazione della sentenza del giudice del lavoro, l’ateneo dovrà pagare ai dipendenti l’Ima maturata nella misura prevista dal contratto integrativo del 2005, ovvero 300 euro al mese per i dipendenti di categoria D, 280 euro per i dipendenti di categoria C e 250 euro per la categoria C, oltre a rivalutazione monetaria ed interessi legali. L’ateneo è stato inoltre condannato a pagare le spese di lite.

Secondo il giudice l’ateneo non poteva unilateralmente privare i lavoratori di un trattamento retributivo, ovvero l’indennità mensile accessoria, spettante per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Il ”taglio” dell’Ima aveva determinato un forte malcontento tra i lavoratori della d’Annunzio, dal momento che l’indennità incide in maniera sostanziosa sulla busta paga.

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