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Legambiente: “No alle centrali, la politica guardi alle fonti rinnovabili”

Legambiente: “No alle centrali, la politica guardi alle fonti rinnovabili”

PESCARA, 3 gennaio – Se verranno realizzate tutte le infrastrutture programmate, la capacità delle importazioni di metano in Europa arriverebbe a 1.000 miliardi m3/a, cioè un livello tre volte maggiore della domanda prevista. Mentre i consumi non potranno che diminuire in relazione alle politiche climatiche: ogni punto % di aumento dell’efficienza garantisce una riduzione del 2,6% delle importazioni di metano. E’ una delle cnsiderazioni che porta Legambiente a considerare i provvedimenti del Governo, come quello relativo alla sentrale Snam di Sulmona, una vera e propria contraddizione rispetto agli scenari di sviluppo.

Secondo Legambiente  è vero che la produzione interna di gas è destinata a calare in Italia come in Europa ma questa riduzione verrà più che compensata dalla produzione di biometano, potenzialità che secondo il Cib (Consorzio italiano biogas), sono tali da superare il 13% dei consumi e di creare 12mila posti di lavoro.

Problema costi?

“E’ opportuno precisare che uno dei motivi veri degli ultimi aumenti in bolletta – scrive Legambiente –  è lo ‘sconto’ alle industrie energivore delle fossili che verrà pagato dagli altri consumatori, comprese le famiglie. La situazione di Sulmona non troverà soluzione semplicemente con il congelare una scelta o da future mediazioni volte a delocalizzare l’opera. Può essere risolta solo attraverso la rivisitazione di un progetto vecchio di anni alla luce di un nuovo modello energetico, quello delle rinnovabili, che supera la gestione centralizzata dei grandi monopoli transnazionali e che opta per una modalità decentrata”.

Di investimenti sbagliati, per Legambiente, ne abbiamo uno proprio dentro casa la turbogas di Gissi, oltre 800MW di potenza, che lavora al minimo:

“Questa centrale – dichiara Luzio Nelli, Legambiente Val Di Sangro – è la testimonianza di una cattiva programmazione ed eccessiva attenzione verso il gas che con il decreto Marzano ha inondato il paese di centrali a ciclo combinato, quasi tutte ferme. Su quella impostazione miope si continua ad investire, come nell’altro folle esempio che è l’impianto di estrazione di gas nel lago di Bomba, con annessa raffineria da collocare nel comune di Paglieta. La Val di Sangro torna ad essere teatro di lotta e di mobilitazione dei suoi cittadini contro le raffinerie, dalla storica mobilitazione contro la Sangro chimica degli anni 70 all’attuale situazione, con l’aggravante che questo progetto è stato già bocciato per la sua pericolosità con sentenza definitiva del Consiglio di Stato”.

Come non ricordare anche il gasdotto Larino-Chieti, tracciato di una lunghezza di 110 km, altra opera senza nessuna ricaduta per i territori ma strategica solo per chi la realizza, in quanto per stessa ammissione del proponente “vuole connettere le aree in cui dovrebbero essere perforati futuri pozzi per realizzare stoccaggi”.

Su questi temi ci sarà un dibattito pubblico domani alle ore 17 a Bomba con la presenza del Presidente della regione, della provincia di Chieti, Sindaci e Associazioni, organizzato dal Comitato Gestione Partecipata Territorio, Legambiente e WWF.

E’ il primo  passaggio di un percorso di impegno della politica nei confronti del territorio:

“Le nuove politiche – dichiara Giueseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – sono un momento strategico per chiedere ai futuri parlamentari abruzzesi di mettere al centro della propria campagna elettorale questa sfida e l’impegno per una strategia energetica non più schiacciata dalle fossili ma che punta sulle rinnovabili e a ridurre la troppa attenzione verso il gas nella fase di transizione che potrebbe essere la causa di rallentamento della decarbonizzazione della nostra economia. Bisogna che l’Abruzzo sappia cogliere nella sfida energetica delle rinnovabili, riqualificazione urbana, mobilità sostenibile, agricoltura di qualità e stop al consumo di suolo, la nuova linfa necessaria a costruire una regione che abbia capacità di futuro”

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