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Teramo, doppio incarico all’Università e alla Tua: chiuse le indagini su D’Amico

Teramo, doppio incarico all’Università e alla Tua: chiuse le indagini su D’Amico

TERAMO, 25 novembre – Ad un anno dall’apertura dell’inchiesta sul doppio incarico a Luciano D’Amico come Rettore dell’Università di Teramo e presidente del cda dell’Arpa Spa e successivamente dalla Tua il pm Davide Rosati firma l’avviso di conclusione delle indagini e contesta a D’Amico l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.Sotto accusa oltre 57mila euro che D’Amico avrebbe percepito indebitamente tra l’agosto 2014 e febbraio 2017 e questo perché, secondo l’accusa, avendo assunto l’incarico all’Arpa (e successivamente alla Tua) avrebbe smesso di fatto di svolgere l’attività di docente a tempo pieno, requisito che la legge prevede come necessario per poter ricoprire la carica di Rettore.

La Procura gli contesta in particolare di aver omesso di dare formale comunicazione all’Ateneo di aver svolto le attività di “minor impegno professionale previste per il docente a tempi definito” percependo così indebitamente l’indennità connessa alla carica di Rettore.

Tanto che lo stessa assemblea di Tua, il 27 maggio del 2016, secondo quanto contesta la Procura nel capo di imputazione, autorizzava la stessa società di trasporto a rimborsare l’Università per oltre 76mila euro “…quale restituzione a titolo di copertura della quota di retribuzione percepita dal prof D’Amico in qualità di docente a tempo pieno rispetto a quella prevista per il docente a tempo definito, in ragione della caria di Presidente assunta preso la società Arpa spa prima e della società unica abruzzese di trasporto Tua spa poi”.

Ma non solo. Perché nella stessa inchiesta la Procura contesta a D’Amico, in qualità di Rettore, anche l’accusa di peculato per la consegna, nell’ambito della cerimonia  “Welcome Matricole” del novembre 2013,  di 10 tablet di proprietà dell’Università, a titolo di riconoscimento, al personale tecnico di supporto all’intervento degli artisti Ficarra e Picone. Consegna avvenuta sulla base di un atto firmato dallo stesso Rettore. Episodio rispetto al quale la Procura contesta a D’Amico un danno patrimoniale per l’Università di 2.671 euro.

Sempre nella stessa inchiesta, inoltre, il Rettore è indagato questa volta in concorso con il professor Mauro Mattioli anche di un altro capo di imputazione sempre per peculato. Secondo la Procura, infatti, Mattioli nel 2013 in qualità di direttore generale della fondazione dell’Ateneo, e quindi in un periodo in cui risultava in aspettativa, avrebbe richiesto con due diverse relazioni a sua firma, l’indennità di risultato prevista quale docente ordinario a tempo pieno della Facoltà di Medicina Veterinaria. Indennità che non gli sarebbe spettata e che li sarebbe stata erogata in virtù del visto autorizzativo apposto dal Rettore, con un procedimento “irrituale e non conforme”.

In particolare Mattioli, secondo la Procura, avrebbe indebitamente percepito 2.203 euro per il 2012, 4.720 euro per il primo trimestre del 2013 e 4.720 euro per il secondo trimestre del 2013.

Nell’indagine risulta indagato anche in terzo docente dell’Ateneo, accusato di abuso d’ufficio , alla qual però non  è stato ancora notificato l’avviso di conclusione delle indagini.

“Una grande soddisfazione per un’indagine molto accurata ed approfondita, un grande ringraziamento per l’attività di verifica – ha detto il Rettore dopo aver ricevuto il 415 bis – e non certo in toni ironici. Chi gestisce risorse pubbliche deve essere assoggettato a controllo e io sono contento di esserlo stato perché già dalle contestazioni che mi sono state mosse mi sembra di ricavarne un quadro di piena legittimità del mio operato. Ci sono alcuni dettagli che chiarirò al più presto”.

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