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Dopo il ritiro delle dimissioni Brucchi guarda al futuro: “Non è più tempo del teatrino della politica”

Dopo il ritiro delle dimissioni Brucchi guarda al futuro: “Non è più tempo del teatrino della politica”

TERAMO, 10 maggio – Dopo il ritiro delle dimissioni Brucchi guarda al futuro, e lo fa con un documento programmatico in cui richiama tutti a quel senso di responsabilità tanto invocato, nelle ultime settimane, dalle diverse associazioni di categoria. Documento in cui il primo cittadino invita tutti a fare autocritica, ammettendo di aver commesso degli errori ma rivendicando il lavoro svolto per la città.

“Questo documento programmatico non è come i tanti documenti, per certi versi troppi, che hanno caratterizzato questa seconda consiliatura. Non lo è né nei contenuti, né tantomeno nelle premesse e nelle motivazioni che ne hanno determinato la nascita – scrive Brucchi – Le date del 24 agosto, 30 ottobre, 18 gennaio sono date che non dimenticheremo facilmente, eventi che hanno segnato il nostro territorio. Sono state inferte ferite profonde che rimargineranno molto lentamente e solo dopo un grande e tenace lavoro.Ecco perché dico che ora non è più tempo; non è più tempo del teatrino della politica, non è più tempo dell’attendismo, non è più tempo dei tatticismi: ora è il momento della chiarezza e delle scelte. Ora è il momento di Teramo, del suo territorio, dei suoi concittadini, delle sue imprese, delle sue attività commerciali dei suoi oltre 4.000 sfollati che vogliono tornare nelle proprie case,  delle loro abitazioni da ricostruire il più velocemente possibile, delle strutture pubbliche da far tornare a vivere, delle sue scuole e del piano da redigere per garantire maggiore sicurezza ai nostri figli”.

Per Brucchi va tirata una linea che separi passato e presente, per poter guardare al futuro senza posizioni precostituite.

“Io non sono un vero politico perché il vero politico non guarda in faccia a nessuno. Io mi ritengo un professionista, un uomo libero prestato alla politica: decisionista ma rispettoso del pensiero altrui. Una persona consapevole di aver commesso errori ma sempre in buona fede e per il bene comune. Una persona capace di fare autocritica e che anche questa volta si assumerà le sue responsabilità – continua il sindaco – Ho sbagliato e questo è evidente. Se siamo qui a discutere l’ennesimo documento, se siamo qui a discutere se ci sono i presupposti per andare avanti, vuol dire che ho sbagliato. Ho sbagliato a fare la prima giunta e non solo la prima ma non sono stato aiutato. Ho sbagliato a non ascoltare o a dare poco peso a qualche segnale di malessere che pure c’è stato. Ho sbagliato a pensare che il bene comune è qualcosa che dovrebbe guidare l’azione politica di chi, candidandosi, si mette a disposizione della città. Ho sbagliato ma ho lavorato. Ho sbagliato ma ho ascoltato tutti. Ho sbagliato ma guardando sempre negli occhi chi mi era di fronte”.

Ma Brucchi non ci sta ad essere indicato come l’unico ad aver sbagliato.

“In questi giorni non ho sentito nessuno  provare a fare un minimo di autocritica. Tutti sono stati bravi, tutti hanno svolto bene il loro compitino. Mi dispiace ma non è cosi, non è possibile, non è credibile. – incalza – Ero convinto che dare maggiore forza all’esecutivo nel rispetto degli equilibri, che pur devono esistere in politica, fosse la giusta strada da percorrere per affrontare con determinazione le difficili sfide che ci attendono. I fatti mi hanno dato torto e ne prendo atto. Ancora una volta sono pronto, per Teramo e solo per Teramo, a fare ciò che è necessario, sempre e comunque nel rispetto della dignità di ognuno. Ma questa volta le responsabilità vanno condivise e l’impegno va preso in un patto di sangue con la città”.

Il documento, o almeno una parte di esso, era stato sottoposto ieri a tutta la maggioranza, compresi i dissidenti, in un’infuocata riunione che si svolgeva proprio mentre in città dilagava il panico dopo che il Ruzzo, attraverso il suo sito, aveva comunicato la non potabilità dell’acqua. Tanto da prestare nuovamente il fianco ad un duro atto d’accusa da parte delle opposizioni consiliari ed in particolare del Pd che attraverso il suo capogruppo in consiglio Gianguido D’Alberto ha parlato della giornata di ieri come di “una fotografia penosa ed impietosa del centrodestra teramano e dello scollamento tra una maggioranza che non amministra più e la città“.

“In una giornata in cui  i cittadini teramani vivevano in una situazione di panico per le notizie che arrivavano in merito all’emergenza idrica, il centrodestra teramano era chiuso nelle segrete  stanze ad insultarsi e a litigare per postazioni e poltrone,  per proseguire  la propria agonia propria solo per gestire il potere – ha dichiarato D’Alberto – completamente non curante di quello che avveniva in città . La fotografia penosa, impietosa e plastica della storia di questo centrodestra. Un’amministrazione autoreferenziale che pensa da tempo solo ed esclusivamente   a posti, poltrone e al futuro dei singoli capi bastone e non alle esigenze della città”.

D’Alberto interviene sull’emergenza idrica anche per chiedere risposte certe a quanto accaduto, invitando tutti gli enti competenti a dire le cose con chiarezza e ad eliminare una volta per tutte le interferenze tra i Laboratori e ogni lavoro svolto in prossimità delle sorgenti con le captazioni, commentando però come l’emergenza idrica non possa “diventare la scusa usata da Brucchi, lo strumento usato da Brucchi per risolvere la crisi della sua maggioranza“.

Infine un affondo contro Paolo Gatti e il suo gruppo di riferimento “Futuro In”:

“Non accettiamo che sia strumentalizzata una vicenda così delicata solo  per le esigenze del centrodestra. Un centrodestra che ieri ha dimostrato tutta la sua irresponsabilità, in particolare nel gruppo che aveva chiesto  ad altri la responsabilità, il gruppo di maggioranza relativa Futuro In che in un contesto così grave, così preoccupante, ed anche in una situazione di pre dissesto finanziario continua a sostenere la necessità di una giunta a nove assessori, facendo finta che non sia successo nulla e schiaffeggiando il consiglio comunale e la città. E’ paradossale che il gruppo maggioranza relativa di ciò che resta della maggioranza, che ha la più grande responsabilità del fallimento di questo centrodestra continui a dimostrarsi irresponsabile addirittura pretendendo la conservazione dei nove assessori. Noi chiediamo per questo motivo l’immediata convocazione del consiglio comunale,  anche in deroga a tempi previsti dal regolamento, perché questo era l’impegno assunto in sede di conferenza dei capigruppo, un consiglio comunale immediato per dire la verità ai cittadini teramani sulla situazione che si sta di nuovo riproducendo” .

 

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