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Emergenza Abruzzo, associazioni e movimenti sabato a Teramo: “Sicurezza del territorio è priorità”

Emergenza Abruzzo, associazioni e movimenti sabato a Teramo: “Sicurezza del territorio è priorità”

TERAMO, 16 febbraio – “Basta morire di disastri ambientali”. Un titolo quanto mai eloquente, per l’iniziativa che si terrà a Teramo sabato 18 febbraio, dalle 10.30 alle 18, presso la sala polifunzionale della biblioteca provinciale: parteciperanno amministratori locali, docenti universitari, tecnici, associazioni, sindacati e semplici cittadini, che intendono avviare un percorso condiviso a partire da una riflessione sui tragici eventi che hanno flagellato l’Abruzzo negli ultimi mesi.

Luigi Iasci, di Zona 22, è uno dei promotori dell’iniziativa:

“Vogliamo invertire questa logica in base alla quale in Italia, in tre giorni, si approva una legge per finanziare le banche con 20 miliardi di euro, mentre si affidano agli sms dei cittadini gli aiuti legati alle emergenze maltempo e terremoto, e alla sicurezza dei territori. Abbiamo assistito a terremoti, frane, nevicate e alluvioni che hanno messo in ginocchio la nostra regione e altre zone italiane. Noi intendiamo lanciare il nostro grido di allarme e avviare un confronto, studiando le forme più idonee per dare vita ad una vasta mobilitazione. Occorre ricalibrare le priorità, senza mai dimenticare che sicurezza dei territori significa sicurezza dei cittadini. Per questo chiediamo soldi pubblici veri, che non sono le briciole messe sul piatto dal Governo e da D’Alfonso. Serve un piano decennale di messa in sicurezza e anche l’Europa dovrà fare la sua parte”.

Alessandro Lanci, presidente dell’associazione Nuovo senso civico, sottolinea:

“In Abruzzo si sprecano 70-80 milioni di euro per mettere in sicurezza la zona del Megalò, un centro commerciale che sorge in un luogo dove non sarebbe mai dovuto sorgere, e si spendono altri milioni di euro per la Fondovalle Sangro, che si sarebbe potuta realizzare spendendo un quarto di quello che si è speso, peraltro senza realizzare l’opera in una zona a rischio di dissesto idrogeologico. Per mettere in sicurezza i 1.800 chilometri di strade della Provincia di Chieti servono 200 milioni di euro e invece si è preferito puntare sulla logica delle grandi opere, mettendo in secondo piano la sicurezza dei cittadini. Al confronto di sabato parteciperà anche l’Usb, il sindacato di base dei Vigili del Fuoco, una presenza particolarmente significativa, da parte di coloro che hanno il polso del territorio e che sono stati in prima linea nel corso dell’ultima emergenza. Anche loro sono alle prese con le loro emergenze, visto che tra blocco del turnover, precarietà e mancato rinnovo del contratto non se la passano bene”.

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