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Il centro-destra sull’assenza di D’Alfonso a Roma: “Abruzzesi lasciati soli, non è presidente di tutti”

Il centro-destra sull’assenza di D’Alfonso a Roma: “Abruzzesi lasciati soli, non è presidente di tutti”

PESCARA, 3 marzo 2017 – Tanti esponenti politici e amministratori abruzzesi, di ogni colore politico, hanno partecipato ieri mattina a Roma alla manifestazione per chiedere al Governo interventi più incisivi sull’Emergenza Abruzzo, generata dalla grave ondata di maltempo e dalle scosse di sisma del gennaio scorso. Non è passata inosservata, però, l’assenza di Luciano D’Alfonso, il presidente della Regione Abruzzo, che non sembra avere gradito l’approccio vertenziale con il quale i manifestanti si sono presentati nella capitale. Eppure c’erano diversi esponenti del suo partito, a cominciare dalla senatrice aquilana Stefania Pezzopane, passando per i presidenti di Provincia, Renzo Di Sabatino, Antonio Di Marco e Mario Pupillo.

E’ anche vero, tuttavia, che la manifestazione svoltasi a Roma rappresenta l’implicita segnalazione di un vuoto della politica regionale, che agli occhi dei manifestanti non è riuscita a farsi interprete delle esigenze dei territori, tanto da spingere cittadini e amministratori a scendere in piazza. Un assist per il centro-destra abruzzese, che si frega le mani e affonda la lama nella ferita delle contraddizioni dalfonsiane:

“Va rilevata, con stupore e rammarico, l’assenza del Presidente della Giunta Regionale, che invece di accompagnare e difendere un grande pezzo d’Abruzzo, ha preferito rimanere nel suo ufficio di Pescara – affermano in una nota i consiglieri regionali del centro-destra, Giovanni Chiodi, Mauro Di Dalmazio e Paolo Gatti -.  È stata una mobilitazione bella, civile e seria, quella degli abruzzesi giunti ieri a Roma”.

D’altronde D’Alfonso, non potendo assumere la paternità della manifestazione, avrebbe finito in qualche modo per marciare contro se stesso. Dunque ha scelto il profilo istituzionale, del presidente dedito alla “politica del fare”, che lascia ad altri prese di posizioni plateali e velleitarie. Quando non “carnevalesche”, come lo stesso D’Alfonso qualche giorno addietro ha definito il corteo inscenato dagli amministratori e dai residenti dei comuni del Gran Sasso esclusi dall’area del cratere.

Chiodi, Di Dalmazio e Gatti hanno dunque gioco facile nel sottolineare:

“L’atteggiamento di D’Alfonso va stigmatizzato, poiché è chiaro a tutti che se qualche risultato sarà raggiunto, lo si dovrà solo alle migliaia di abruzzesi che fisicamente o anche solo moralmente hanno dimostrato al Governo e al Parlamento i bisogni e la fierezza del nostro popolo. Lasciarli soli  e lasciare soli tutti i sindaci e i rappresentanti dei territori, non è da presidente di tutti gli abruzzesi, e rimarrà una mancanza incomprensibile ed indelebile”.

 

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