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Hotel Rigopiano: nove persone vive. Poi dalle macerie salgono tre cadaveri

Hotel Rigopiano: nove persone vive. Poi dalle macerie salgono tre cadaveri

PESCARA, 21 gennaio –  Sale ufficialmente a cinque – due donne e tre uomini – il bilancio ufficiale dei morti nell’hotel Rigopiano: i soccorritori hanno infatti trovato fra le macerie il corpo di una seconda donna, dopo quella individuata in precedenza.

I cadaveri di due donne, già individuati nella mattinata di giovedì, sono state tirate fuori la scorsa notte. Saranno portate a Pescara per l’ispezione medico legale e per la comunicazione ai parenti.

Intanto i soccorritori continuano a scavare senza sosta: sono nove infatti le persone vive che si stanno estraendo dalle macerie, mentre restano dispersi almeno in venti, tra ospiti e dipendenti dell’hotel travolto da una valanga.

In queste ore è stato estratto il cadavere di un uomo.

Sul Gran Sasso è scesa una fitta nebbia, oltre alla neve, che non consente l’avvicinarsi dell’elicottero, per cui tutti i movimenti procedono via strada. L’Anas sta cercando di mantenere libera la strada.

Le condizioni di tutte le persone ricoverate in ospedale sono buone, solo per Giampaolo Matrone, il pasticcere di Monterotondo, si è reso necessario un intervento chirurgico al braccio destro. Da lunedì, fatta eccezione proprio per Matrone, verranno valutate le possibili dimissioni dei pazienti.

Le condizioni di Giampaolo Matrone, del pasticcere di Monterotondo sono definite “discrete”; è sottoposto a monitoraggio continuo per la valutazione dei parametri vitali. In corso il trasferimento in pediatria per i quattro bambini.

Alle 13 la protezione civile ha stimato in 23 le persone disperse.

In ospedale sono arrivati i tre corpi, due donne e un uomo, di persone che purtroppo non ce l’hanno fatta: i medici procederanno a una prima ispezione cadaverica e poi si dovrà procedere al riconoscimento.

E c’i sono due bambini, Manuel ed Edoardo, che attendono con ansia di avere notizie dei loro genitori: i piccoli stanno bene, hanno superato la lieve ipotermia, ma sono psicologicamente provati: Edoardo purtroppo ha giò dovuto sapere che ha perso la sua mamma.

“Andremo avanti sempre, finché non li troviamo tutti. Potrebbero ancora esserci delle persone in vita là sotto. Ma in vita o non in vita, non importa, non possiamo dare nulla per scontato. Ci sono delle famiglie che aspettano – ha detto un operatore del Soccorso alpino nazionale, Luca Giai Arcota – Oggi abbiamo fatto un lavoro mostruoso, eccezionale – ha detto -. Siamo in 90 solo noi del Soccorso alpino, oltre a una quarantina di vigili del fuoco e una decina di finanzieri almeno.  Oggi abbiamo fatto una decina di varchi nuovi, oltre ai 15 di ieri – ha riferito – e dai buchi siamo entrati con i caschi con le pile frontali per illuminare dove è più buio. Ci sono ambienti rimasti assolutamente come prima dell’impatto della valanga – come la sala biliardo dove ieri abbiamo trovato diversi sopravvissuti – altri con una parete di neve al posto del muro. In alcuni si riesce a stare in piedi, in altri no. Facciamo molta attenzione a non provocare ulteriori crolli e delle sentinelle all’esterno ci avvertono se c’è il rischio di nuove valanghe. In quel caso usciamo subito, dalle vie di fuga che abbiamo individuato in precedenza. La neve con la pioggia si è solidificata ed è più dura – ha concluso Arcota -, quindi usiamo le pale di ferro per romperla”.

Il pubblico ministero Andrea Papalia ha affidato al medico legale Ildo Polidoro l’esame autoptico sui corpi delle persone morte sotto la valanga, secondo un primo esame fatto dai soccorritori a parte il primo, che era sommerso dalla neve, gli altri hanno tutti riportato traumi da schiacciamento. L’autopsia dovrà anche chiarire se tra le cause di morte ci sia anche l’assideramento. L’assideramento provoca una congestione di sangue verso gli organi interni, una vaso costrizione negli arti, che una semplice ricognizione esterna non è da sola in grado di stabilire. L’idea è quella di raggruppare tutti gli esami in un’unica tornata.

 

 

 

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