PESCARA, 1 febbraio – La vignetta del Fatto Quotidiano non è piaciuta ai familiari di Jessica Tinari, che adesso si riservano di adire alle vie legali, ma alla famiglia Tinari non è piaciuta neanche la disinvoltura con la quale Matteo Renzi ha fatto riferimento alla 24enne di Vasto, morta nella tragedia dell’Hotel Rigopiano, senza però cogliere l’occasione per aprire una riflessione sulle tante lacune evidenziate dalle istituzioni. E’ quanto emerge dalle parole dall’avvocato Romolo Reboa, che insieme ai legali Gabriele Germano, Maurizio Sangermano e Roberta Verginelli, assiste i familiari di Jessica.

La ragazza era un’attivista del Pd e dei Giovani democratici, e Renzi nei giorni scorsi le aveva dedicato l’intervento di apertura all’assemblea degli amministratori locali del Pd. Il giorno dopo, sul Fatto Quotidiano, viene pubblicata la vignetta di Natangelo in cui compare Renzi che dice: “Abbiamo perso un voto. Forse gli altri 28 erano del movimento 5 stelle, ma chi può dirlo”. Immediatamente si alza un polverone.

Questo il pensiero di Reboa:

“Non c’è limite al cattivo gusto. Matteo Renzi, ricordando il volto solare ed i sogni di Jessica, ha perso l’occasione per domandarsi anche quali, nella tragedia, fossero le responsabilità di organismi che sino al referendum rispondevano alla sua persona. Criticarlo con una vignetta di cattivo gusto come quella di Natangelo sul giornale diretto da Travaglio, significa non rispettare i sentimenti di chi ha perso la propria figlia”.

L’avvocato poi ha osservato:

 “Mi aspettavo che la politica iniziasse il gioco dello scaricabarile delle responsabilità, ma tanto sciacallaggio fa veramente rabbrividire. La famiglia Tinari si riserva di procedere giudiziariamente anche per questo vergognoso episodio”.

Il messaggio è quanto mai chiaro: i familiari di Jessica chiedono rispetto per un lutto atroce e allo stresso tempo pretendono verità e giustizia.