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Omicidio D’Elisa, pena ridotta di 10 anni perché Di Lello era depresso

Omicidio D’Elisa, pena ridotta di 10 anni perché Di Lello era depresso

VASTO, 9 ottobre – Uno sconto di pena di dieci anni, perchè l’omicida, al momento di uccidere, era affetto da depressione. E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza con la quale la Corte d’assise d’appello dell’Aquila ha condannato Fabio Di Lello a 20 anni di carcere, per l’omicidio del giovane Italo D’Elisa, riducendo sensibilmente la condanna di primo grado, pari a 30 anni di reclusione.

D’Elisa fu assassinato a Vasto nel febbraio del 2017. L’omicida, in pieno giorno, in una via del centro cittadino, esplose tre colpi di pistola contro il giovane di 22 anni, uccidendolo sul colpo. Alla base del delitto, il forte malessere e la mancata accettazione, da parte di Di Lello, della morte della moglie Roberta Smargiassi. La donna, tempo prima, perse la vita in un incidente stradale provocato proprio da D’Elisa, che Di Lello continuava a ritenere responsabile di quell’evento che gli aveva tragicamente cambiato la vita. Subito dopo l’omicidio, Di Lello fece perdere le sue tracce e i carabinieri lo trovarono al cimitero, accanto alla tomba della moglie, con la pistola ancora in mano.

In primo grado Di Lello era stato condannato a 30 anni di reclusione. In Appello la Procura di Vasto aveva chiesto l’ergastolo, mentre il Procuratore Generale, Pietro Mennini, aveva chiesto la conferma a 30 anni. Il Presidente della Corte, Luigi Catelli, ha invece optato per una significativa riduzione della condanna.

Stando alle motivazioni, espresse nelle 30 pagine del dispositivo, i giudici hanno tenuto conto della grave depressione che colpì Di Lello, in seguito alla morte della moglie Roberta Smargiassi. Una condizione rilevata anche successivamente, nelle diagnosi compiute durante il periodo della detenzione.

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