L’AQUILA, 20 ottobre – E’ stato certamente l’investimento di un tir a uccidere l’orso sulla statale 17, nei pressi di Roccaraso. Ma le sue ossa portavano ancora i segni di un colpo di fucile ricevuto di recente, non più di due mesi fa.

L’esito dell’autopsia sulla carcassa dell’animale è stato comunicato dal Parco Majella che ha ricostruito passaggio per passaggio l’intera operazione di soccorso prestata all’animale, nei tempi e nella modalità.

Dagli esami autoptici effettuati sulla carcassa dall’Istituto zooprofilattico di Teramo le cause della morte dovute dal trauma da investimento sono emerse con certezza: l’impatto ha determinato fratture vertebrali multiple ed intense emorragie interne. Ma l’animale era stato ferito ad una zampa, tempo fa, da un colpo d’arma da fuoco, e questo gli aveva provocato una grave e persistente zoppia.

Il dettaglio dei dati raccolti, che saranno comunque approfonditi, sarà utile anche per continuare a definire la situazione del patrimonio faunistico della zona. Dichiara il direttore del Parco, Oremo Di Nino

“solo grazie alla professionalità dei tecnici del Parco, ad un’idonea dotazione strumentale, e a una disponibilità all’intervento che non conosce limiti, siamo riusciti a comprendere la “reale causa di morte dell’animale”. Le prove diagnostiche effettuate infatti indicano che si è trattato di un animale in gravi difficoltà, che zoppicava, deambulava in modo non normale e si era approvvigionato in modo non sufficiente rispetto alle esigenze del periodo di iperfagia nel quale si trovava, e rispetto all’imminente periodo invernale. Non è escluso che questo suo problema di zoppia, ormai cronicizzato, gli abbia impedito di sottrarsi efficacemente anche all’impatto con l’automezzo, probabilmente un mezzo pesante, che lo ha ucciso”.