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Sisma a L’Aquila, restituzione delle tasse: Lolli, Biondi e sindaci del cratere scrivono a Mattarella

Sisma a L’Aquila, restituzione delle tasse: Lolli, Biondi e sindaci del cratere scrivono a Mattarella

L’AQUILA, 12 aprile – I vertici della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila fanno quadrato, sul caso della restituzione delle tasse nell’area del cratere, inviando una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il messaggio è firmato dal vicepresidente della giunta regionale Giovanni Lolli, dal sindaco Pierluigi Biondi e dal coordinatore dei sindaci del cratere Francesco Di Paolo. La contestazione riguarda le richieste di pagamento per intero, anziché con l’abbattimento del 60% previsto dalla legge, inviate a società, artigiani, professionisti e persone fisiche, delle tasse sospese in seguito al sisma che ha colpito L’Aquila nel 2009.


Nella lettera si legge:

“Quello che noi chiediamo, in attesa che si riapra una trattativa con la Commissione Europea su tutta la vicenda, è che il Governo italiano modifichi l’atto con cui ha dato al Commissario l’indirizzo di recupero precisando l’applicazione del Temporary Framework a 500.000 euro. Ovviamente una misura di questo genere non risolve il problema, ma riduce la dimensione del danno e rende la vicenda sempre difficile ma gestibile”.

Lolli, Biondi e Di Paolo aggiungono:

“Per una casuale iniziativa di un giudice piemontese, la Corte di Giustizie e la Commissione Europea hanno ‘scoperto’ che i Governi italiani, per dieci diverse calamità, avevano concesso vantaggi fiscali a imprese senza mai notificare l’intervento alla Commissione Europea e senza rispettare i regolamenti comunitari. Da quel momento è partita una interlocuzione tra la Commissione e i Governi italiani che si è protratta negli anni coinvolgendo 4 governi nazionali. All’esito di questo lavoro è stata notificata una Procedura di Infrazione con la richiesta di recupero dei vantaggi fiscali concessi. L’attuale governo ha nominato un Commissario con l’incarico di recuperare la quota eccedente per ogni singola azienda, vale a dire da una parte calcolando i danni subiti e dall’altra gli eventuali benefici ricevuti dai diversi provvedimenti di ricostruzione, aggiungendo a questi i benefici derivati dall’abbattimento delle tasse. La quota eccedente risultante da questo calcolo va restituita per intero, maggiorata degli interessi, in una sola rata, entro 60 giorni e la sanzione per chi non si adegua è la restituzione dell’intero importo”.

Il messaggio prosegue:

“Il volume calcolato per questa procedura è di circa 75 milioni di euro e la restituzione interessa circa 320 imprese e persone fisiche. Molte imprese non hanno queste risorse e quindi falliranno, altre passeranno a un Durc negativo e non potranno più partecipare a bandi pubblici. Per tutte si creerà un drammatico problema di bilancio e si perderanno molte centinaia di posti di lavoro. Le considerazioni che emergono da questa vicenda, ci fanno pensare prima di tutto che è incomprensibile sentirsi accusare di avere usufruito di ‘vantaggi competitivi’ tra il 2009 e il 2010, quando tutti i dati (Pil, occupazione, export), oltre che il buon senso, testimoniano che nel cratere sismico, dopo il terremoto, si è registrata una caduta verticale dell’intera economia locale, non paragonabile a nessun altra area del paese”

Sul tema, per il prossimo 16 aprile alle 10, è in programma una manifestazione di protesta a L’Aquila. Due giorni dopo è atteso il pronunciamento del Tar cui hanno fatto ricorso Regione, Comuni e imprese chiedendo una sospensiva.

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