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Terremoto, centro Italia come L’Aquila: imprenditore ride pensando agli affari

Terremoto, centro Italia come L’Aquila: imprenditore ride pensando agli affari

L’AQUILA, 19 luglio – Così come era accaduto sette anni prima con il terremoto dell’Aquila, anche il sisma del centro Italia dell’agosto 2016 ha fatto registrare un imprenditore che ride. E’ quanto emerge dalle intercettazioni nell’ambito della nuova inchiesta della Procura dell’Aquila su presunte mazzette nella ricostruzione pubblica, che stamani ha portato a dieci arresti. Si tratta di Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura, presidente del consiglio di amministrazione della società cooperativa l’Internazionale. “Ride”, scrive il gip nell’ordinanza. L’imprenditore, finito ai domiciliari, annuisce e ride parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice.

Giustino è al telefono con il geometra della sua ditta, Leonardo Santoro, anche lui finito ai domiciliari. Il geometra – si legge nell’ordinanza – gli racconta ciò che ha detto, dopo il terremoto di Amatrice, a Lionello Piccinni, dipendente del Mibact Abruzzo (un altro degli arrestati di stamani):

“Se ti posso essere utile, voi fate l’elenco, mo’ dovete fare uno screening dei beni sotto vostra tutela: se vi serve qualcosa per i puntellamenti, via dicendo, noi siamo a disposizione”

e ascoltando queste parole Giustino ride, più volte.

“Siamo strutturati, abbiamo una struttura potentissima e abbiamo bisogno di fare qualcosa per tenerci attivi. Abbiamo chiuso un po’ di cantieri e abbiamo diciamo una cinquantina di unità lavorative che non so dove c…o mandarle”.

Dopo le nuove scosse di terremoto dell’agosto 2016, come si legge nelle 183 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Giuseppe Romano Gargarella,

“gli imprenditori monitorati da questo ufficio, tra i quali hanno assunto un comportamento particolarmente cinico i rappresentanti della società l’ Internazionale, hanno cercato nuovi incarichi, grazie ai rapporti diretti con i pubblici funzionari”.

Santoro, riassume il Gip, spiegava al suo datore di lavoro

“che presso il Mibact era stata creata un’unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici. Giustino, sentite le parole del Santoro – prosegue Gargarella – ha riso in maniera beffarda della nuova situazione venutasi a creare, in quanto per l’impresa il nuovo sisma non avrebbe potuto che portare nuovi introiti, tanto più se l’appoggio di Piccinini e Marchetti (altri due arrestati, ndr), funzionari del Mibact e inseriti nell’unità di crisi, non sarebbe venuto meno”.

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