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Vita indipendente, la Regione taglia i fondi. L’associazione: “D’Alfonso non mantiene promesse”

Vita indipendente, la Regione taglia i fondi. L’associazione: “D’Alfonso non mantiene promesse”

PESCARA, 21 novembre – Duro atto d’accusa, da parte del Movimento Vita Indipendente, che punta il dito contro il presidente della Regione Abruzzo. I fondi a disposizione, rispetto ai 600mila euro del 2016, sono stati ridotti di due terzi.“La vita indipendente non è un privilegio, ma un sacrosanto diritto così come sancito dalla convenzione Onu – attacca Manolo Pelusi, rappresentante dell’associzione -. L’irrisoria cifra messa a disposizione da questa giunta regionale non corrisponde nemmeno in parte a ciò che la politica, a partire dal presidente D’Alfonso, aveva promesso davanti a giornalisti e sindacati in occasione dell’occupazione della sede della Regione”.

Pelusi fa riferimento ai 200mila euro stanziati dalla Regione. Secondo l’associazione, servono molte risorse in più:

“Occorre aumentare la cifra fino a 1,5 milioni di euro per il 2018, aggiungendo ogni anno una cifra pari a 200 mila euro, fino ad arrivare alla somma di 3 milioni di euro nel 2025”.

Quindi un richiamo alla classe politica abruzzese:

“La politica non faccia orecchie da mercante e nemmeno promesse da pinocchio, ma si assuma le proprie responsabilità. I disabili abruzzesi sono disposti ad occupare di nuovo la Regione nelle sue sedi sparse nel territorio e a dare vita ad altre iniziative eclatanti”.

Pelusi ha inoltre promosso una petizione online su questo tema, ricordando che in applicazione della legge regionale numero 57 del 2012, relativa agli “Interventi regionali per la Vita Indipendente”, nel 2016 era stata stanziata una somma pari a 600 mila euro, con la quale si coprivano 38 progetti su un totale di quasi 200 domande presentate:

 “Stando alle promesse, nel 2017 si sarebbe dovuto arrivare a un milione di euro, ma invece si è incredibilmente tornati indietro a soli 200 mila euro, con i quali si potranno finanziare le richieste di poco più di dieci disabili. Senza questi fondi non siamo liberi di autodeterminarci e per questo, in futuro, ci impegneremo perché questi incidenti di percorso non debbano più verificarsi”.

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