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Hotel Rigopiano senza pace, il sindaco di Farindola: “Minaccia di contaminazione dalle rovine”

Hotel Rigopiano senza pace, il sindaco di Farindola: “Minaccia di contaminazione dalle rovine”

FARINDOLA, 12 maggio 2017 – Non è bastata la valanga che il 18 gennaio scorso ha travolto l’Hotel Rigopiano di Farindola, uccidendo 29 persone. Adesso anche le rovine dell’albergo costituiscono una minaccia. Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta ed il custode del sito, Enrico Colangeli, lanciano l’allarme sul rischio di contaminazione del suolo.

Questo il messaggio di Lacchetta e Colangeli:

“I materiali sepolti nell’area rappresentano una pericolosa fonte di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere, con rischio di contaminazione in particolare delle acque della sorgente Vitello d’Oro e dell’intera rete di distribuzione alimentata dalla medesima”.

Un tema particolarmente sensibile, a pochi giorni di distanza dal caso dell’acqua del Gran Sasso, risultata contaminata. Il sindaco e il tecnico comunale sottolineano:

“L’area rischia di trasformarsi nel luogo di un ulteriore e differente disastro, stavolta ambientale”.

Lacchetta e Colangeli hanno segnalato lo “stato di preallerta” in una nota inviata, tra gli altri, ai reparti competenti di Protezione civile nazionale e regionale, al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, alla Procura di Pescara e all’Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca) di Pescara, gestore idrico della zona:

“Da una segnalazione effettuata dall’Aca alla Asl è scaturita la pronta attivazione dell’ente che, alla data del giorno 8 maggio, in riunione appositamente indetta, comunicava l’inesistenza di contaminazioni già in essere. Ciò posto e stante, in ogni caso, il persistente rischio di contaminazione insistente sul sito sequestrato, il sindaco, quale autorità di Protezione Civile competente sul territorio, e il geometra Colangeli, quale custode nominato dell’area sequestrata, segnalano alle competenti autorità il rischio medesimo, affinché il sito possa essere bonificato nei tempi più celeri consentiti dalle necessità probatorie sottostanti al sequestro”.

L’incontro dell’8 maggio scorso si è svolto negli uffici del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione (Sian) della Asl di Pescara. In quella sede l’Aca, come riferisce il Sian, ha fornito “una mappatura della rete di distribuzione con i relativi Comuni interessati in modo da programmare monitoraggi mirati dell’acqua destinata a consumo umano”.

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