Montesilvano, violentò la ex davanti alla figlioletta: condannato a sei anni
MONTESILVANO, 3 novembre – Secondo l’accusa in più occasioni avrebbe aggredito violentemente la convivente, arrivando un giorno persino a violentarla davanti alla figlia di appena tre anni. Accuse che al termine del processo di primo grado davanti al tribunale collegiale di Pescara sono costate ad un 43enne di origini caraibiche la condanna a 6 anni di reclusione per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate. L’uomo è stato invece assolto dall’accusa di rapina, che gli veniva contestata in relazione alla presunta sottrazione alla donna, con violenza e minacce, in due occasioni, del telefono cellulare.
Il pm Rosangela Di Stefano, nella sua requisitoria, aveva chiesto una condanna a 8 anni, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione o, in subordine, il minimo della pena.
All’uomo veniva contestato di aver aggredito a calci, pugni e morsi, in più occasioni, tra il 19 ottobre del 2014 e il 5 febbraio 2015, la convivente, provocandole lesioni in diversi punti del corpo, con prognosi tra i 5 e i 10 giorni. L’uomo doveva inoltre rispondere di aver insultato e minacciò di morte la donna, una volta anche con un coltello, inducendola quindi ad abbandonare la casa per paura.
Ma nemmeno la decisione della donna di trasferirsi in una nuova abitazione avrebbe fatto desistere l’uomo dall’avere atteggiamenti violenti, tanto da tornare a minacciarla di morte e a pretendere che tornasse insieme a lui. Tra gli episodi contestati all’uomo quello che si sarebbe verificato la notte del 28 ottobre 2014, quando dopo una prima aggressione il 43enne avrebbe inseguito la compagna nella casa di un’amica presso la quale si era rifugiata, sempre a Montesilvano, costringendola, davanti alla figlia di tre anni, “a subire con violenza e minaccia atti sessuali contro la sua volontà”.