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Terremoto, sit in degli studenti del “Cotugno” a L’Aquila

Terremoto, sit in degli studenti del “Cotugno” a L’Aquila

L’Aquila, 25 gennaio – Un liceo sicuro. E’ quello che chiedono gli studenti del “Cotugno”, che questa mattina hanno messo in piedi, in via Leonardo Da Vinci, un sit- in al quale hanno partecipato duecento persone ed appoggiato anche dai docenti.

A spingere gli studenti a scendere in strada la notizia, appresa da poco, di un  indice di vulnerabilità sismica molto basso (0,27) in alcuni corpi dell’immobile.  Da qui la protesta, che si è arricchita dell’hastag #sicuridamorire con cui cercare foto, video e interventi per dare rilievo alla mobilitazione.

Proprio una settimana, nel corso di un incontro con il sindaco Pietrucci, come racconta Andrea Bernardi, rappresentante del consiglio d’istituto, era emersa la necessità di “abbandonare questa struttura in quanto non adeguata a livello sismico in quanto quattro lotti su otto hanno vulnerabilità tra 0,26/0,27 rispetto a 1 che è la massima sicurezza sismica“.

Ma il sisma, oltre a preoccupare studenti, genitori e cittadini dei comuni più vicini all’epicentro, sta causando danni anche alle attività produttive. Tanto che  Confindustria L’Aquila- Abruzzo Interno e Cgil, Cisl, Uil provinciali hanno siglato l’accordo per la cassa integrazione per le imprese della provincia dell’Aquila, duramente colpite dalle scosse e dal maltempo

Per l’associazione l’accordo rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per le imprese aquilane, per le quali gli eventi sismici della scorsa settimana, oltre il maltempo e le interruzioni di energia elettrica, hanno reso impossibile il normale svolgimento delle attività produttive.

Grazie all’accordo, sottoscritto da Carlo Imperatore direttore di Confindustria L’Aquila – Abruzzo Internp e Umberto Trasatti, Paolo Sangermano e Michele Lombardo, rispettivamente segretari  di Cgil, Cisl e Uil provinciali, le imprese potranno dunque possono richiedere all’Inps il trattamento d’integrazione salariale ordinario relativamente alle giornate del 18, 19 e 20 gennaio.

Sul piede di guerra, invece, Coldiretti, per la quale le” oltre 49mila scosse in cinque mesi stressano gli animali costretti a vivere in molti casi all’aperto dal crollo delle stalle con le mucche che hanno ridotto di almeno il 30% la produzione di latte”.  Al riguardo Coldiretti ricorda inoltre che, a 5 mesi dalle prime scosse di terremoto iniziate il 24 agosto scorso che hanno devastato i territori di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, nelle zone colpite dal sisma sono state montate solo 77 delle 635 stalle mobili previste, appena il 12 per cento: in Abruzzo, su 28 stalle richieste ne sono arrivate 16 ma non sono ancora funzionanti e, attualmente, in seguito ai danni dovuti dal maltempo, non sono certamente più sufficienti a coprire le esigenze delle aziende agricole. Un ritardo che incide certamente sugli allevatori che non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse.

 

 

 

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